Outlook Macroeconomico Prospettive economiche 2022 per l’Area Euro e il Regno Unito Le principali regioni probabilmente percorreranno traiettorie diverse, volatili e incerte nel 2022 con l’avanzare dell’economia globale dalla fase espansiva di metà ciclo verso dinamiche di ciclo avanzato.
Condividiamo le nostre previsioni sulla crescita, l’inflazione, le politiche monetarie e fiscali nel 2022 per l’Area Euro e il Regno Unito. Per maggiori informazioni sulle tendenze economiche e le implicazioni per gli investimenti, vi invitiamo a leggere il testo integrale del documento Prospettive cicliche: Investire in un ciclo in rapida evoluzione Area Euro: prosecuzione della ripresa robusta dopo l’inverno esitante Nicola Mai L’Area Euro verosimilmente continuerà a crescere a un ritmo superiore al tendenziale e complessivamente intorno al 4% nel 2022, seppure probabilmente più sotto tono nella parte iniziale dell’anno per le persistenti strozzature sul lato dell’offerta, gli elevati prezzi dell’energia e le limitazioni alla vita sociale dovute alla circolazione del virus. È probabile un’accelerazione piuttosto vivace in primavera quando l’economia dovrebbe proseguire nel processo di normalizzazione, avanzando verso il ritorno ai livelli pre-crisi. I rischi per le prospettive appaiono alquanto bilanciati: l’eccesso di risparmio e il potenziale di maggiore domanda accumulata pongono rischi al rialzo, mentre i rischi al ribasso derivano principalmente dall’andamento del virus e dalle strozzature sul lato dell’offerta. Nell’Area Euro l’inflazione pare destinata a collocarsi al di sopra dell’obiettivo, con un’inflazione complessiva media intorno al 3% in generale per il 2022. La tendenza dell’inflazione tuttavia sembra essere nettamente al ribasso, in discesa dal 5% su base annua (a/a) di fine 2021 a circa l’1,5% a/a per la fine del 2022. Al rallentamento dell’inflazione dovrebbero contribuire significativi effetti base negativi per i prezzi energetici nonché l’attenuarsi sia dei colli di bottiglia sul versante dell’offerta che degli effetti delle riaperture sui prezzi. La modesta crescita dei salari, uno storico di inflazione al sotto dell’obiettivo e l’impulso fiscale più moderato in risposta alla crisi contribuiscono a spiegare i motivi per cui l’inflazione nell’Area Euro si è rivelata in generale inferiore a quella registrata nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Le prospettive di inflazione moderata inducono a ritenere che la Banca Centrale Europea (BCE) si dimostrerà paziente rispetto al ritiro degli stimoli monetari, mantenendo il tasso di riferimento a −0,50% e continuando a effettuare acquisti netti di titoli, benché progressivamente ridotti, nell’orizzonte ciclico. Riguardo alla politica fiscale, un certo consolidamento è atteso nel 2022, benché in larga misura dovuto alla decadenza delle misure d’emergenza piuttosto che a interventi fiscali restrittivi veri e propri. Regno Unito: diminuzione graduale del sostegno fiscale e monetario Peder Beck-Friis Il Regno Unito è rimasto in ritardo sulla crescita dall’inizio della pandemia, con il PIL trimestrale ancora inferiore ai livelli pre-pandemici, leggermente più debole che in Europa e molto di più rispetto agli Stati Uniti. Le esportazioni sono state particolarmente fiacche, probabilmente in parte per ragioni legate alla Brexit. Guardando avanti, ci attendiamo che il PIL continui a normalizzarsi nel 2022, con una crescita forse del 4%–5%, a fronte della domanda resiliente del settore privato che più che compensa il ridotto sostegno monetario e fiscale. Prevediamo che la crescita torni ad accelerare a inizio primavera dopo un inizio anno in sordina in cui il protrarsi di strozzature sul fronte dell’offerta e il modesto freno esercitato da rinnovate preoccupazioni per il virus probabilmente peseranno sull’attività economica. Come in molti altri mercati sviluppati, nel Regno Unito l’inflazione ha sorpreso al rialzo. I prezzi dell’energia si sono impennati, mentre i colli di bottiglia sul versante dell’offerta, la carenza di lavoratori e pressioni legate alle riaperture hanno fatto salire l’inflazione di fondo. Prevediamo che l’inflazione complessiva raggiunga il picco intorno al 6%–7% in tarda primavera, più tardi che nel resto d’Europa per i previsti aumenti dei prezzi regolamentati dell’energia, per poi discendere molto rapidamente con l’attenuarsi delle strozzature sul lato dell’offerta e degli effetti delle riaperture, e che il 2022 si chiuda con l’inflazione di fondo appena al di sopra dell’obiettivo del 2% della banca centrale inglese. Riguardo all’inflazione, i rischi sono su due opposti versanti: da un lato, l’abbondante stimolo fiscale e monetario potrebbe comportare un prolungato aggiustamento dei livelli dei prezzi, d’altro lato una più rapida normalizzazione dell’offerta, in particolare in termini di partecipazione al mercato del lavoro, potrebbe condurre a un calo più drastico dell’inflazione. La politica monetaria è destinata ad essere meno accomodante. La Bank of England (BoE) ha alzato il tasso di riferimento a fine 2021 e nel nostro scenario di base prevediamo altri due/tre rialzi nel 2022. L’incertezza è elevata, ma fintanto che le aspettative d’inflazione di medio termine restano ancorate, prevediamo che la BoE procederà con gradualità nel ridurre lo stimolo anziché passare a una politica restrittiva. La politica fiscale nel frattempo resterà automaticamente restrittiva nel 2022 con il progressivo scadere delle misure adottate per rispondere alla pandemia. Ciò detto, ci aspettiamo che il governo annunci ulteriore stimolo all’approssimarsi delle prossime elezioni politiche.
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