Implicazioni per gli investimenti in un ciclo in rapida evoluzione
Come si può desumere dalle nostre previsioni economiche, diversi fattori potrebbero influenzare in modo significativo le prospettive per gli investimenti, soprattutto la velocità, la profondità e l’evoluzione delle azioni di riduzione dello straordinario accomodamento di politica monetaria da parte delle banche centrali.
Intendiamo centrare l’attenzione sulla volatilità che può derivare dal passo spedito con cui il ciclo economico sta avanzando verso dinamiche di fine ciclo, una fase in cui, come accade oggi, l’inflazione tende ad accelerare e può innescare una stretta di politica monetaria, rendendo inquieti molti investitori.
I mercati tuttavia prezzano uno scenario senza nuvole in cui le banche centrali realizzano lo sfuggevole atterraggio morbido senza significativi aumenti dei tassi. Eppure, la storia ci insegna che gli imprevisti a volte capitano quando la politica monetaria cambia direzione.
I premi al rischio e i rendimenti non riflettono potenziali scenari di ribasso a nostro giudizio, questo esige cautela e un approccio rigoroso alla costruzione di portafoglio.
Riguardo alle prossime rilevazioni dell’inflazione, crediamo sia importante evitare di attribuire troppa importanza alla serie di dati potenzialmente preoccupanti attesa agli inizi del 2022. Più in generale, abbiamo tutta l'intenzione di evitare decisioni d’investimento importanti fondate su un’ottica macroeconomica di breve periodo, tenendo d’occhio possibili eccessi di reazione da parte di autorità e investitori a dati di breve termine.
Nonostante la nostra cautela, in generale privilegiamo la costruzione di portafogli che crediamo offrano carry positivo rispetto ai loro benchmark, inglobando spread con profilo di rischio - rendimento appetibile. Dopo tutto siamo ottimisti sulle prospettive macroeconomiche con la crescita economica che è attesa sostenere i flussi finanziari con benefici per gli investitori.
Tuttavia, per cogliere quei flussi finanziari, che possono spostarsi, diminuire o scomparire, a seconda della situazione macroeconomica e finanziaria, serve un approccio rigoroso alla costruzione di portafoglio. Ad esempio, in generale nel posizionamento preferiamo non affidarci molto al beta (alla performance generale di mercato) ma attingere al più ampio ventaglio di opportunità globali, sottoponendo i nostri portafogli ad analisi di scenario che misurano la potenziale performance nonché aumentando la liquidità e la flessibilità dei nostri portafogli per cogliere le opportunità al loro manifestarsi (lasciando spazio nei nostri budget di rischio per farlo).
Esaminiamo ora più in dettaglio il posizionamento di portafoglio.
Duration e curva dei rendimenti
Livelli di duration: Intendiamo in generale avere un posizionamento di sottopeso sulla duration, in larga misura sulla base dello scarso premio al rischio inglobato nella struttura per scadenze. Alla luce della probabilità di maggiore volatilità, prevediamo una gestione attiva della duration affinché sia potenzialmente una fonte più significativa di alfa rispetto al passato. Continuiamo a credere che la duration possa fungere da elemento di diversificazione per controbilanciare le componenti più rischiose di un portafoglio d’investimento, pur monitorando possibili cambiamenti delle correlazioni.
Come abbiamo osservato nel nostro Secular Outlook, sebbene l’economia globale possa essere interessata da diverse trasformazioni, ci aspettiamo che le banche centrali manterranno i tassi ufficiali bassi per anni. Gli operatori di mercato sembrano concordare con questo giudizio e questo opera come forza di contenimento nella struttura per scadenze dei tassi d’interesse.
In generale orienteremo i portafogli con esposizione azionaria o al credito relativamente elevata più vicini al neutro sulla duration, con analoga gestione del posizionamento sulla curva.
Posizionamento sulla curva dei rendimenti: siamo orientati a posizionarci per curve più ripide, ancorché leggermente meno del solito date alcune evidenze di indebolimento dei fattori strutturali d’influenza da decenni sottesi all’irripidimento della curva e alla luce del recente riprezzamento dei tassi a breve in vista dei prossimi rialzi dei tassi.
Viste le nostre previsioni sui tassi ufficiali nell’orizzonte secolare, ci aspettiamo rendimenti obbligazionari non significativamente superiori all’attuale livello dei tassi a termine e confinati in un range relativamente ristretto. Inoltre, prevediamo che gli operatori di mercato non inducano consistenti premi a termine sulle scadenze più lunghe, privando quelle scadenze di due dei maggiori aspetti che storicamente influiscono sui rendimenti.
Le nostre previsioni macroeconomiche avvalorano il nostro posizionamento sulla curva, con la moderazione dell’inflazione prevista limitare i futuri aumenti dei tassi. Tuttavia, dato il ventaglio di potenziali esiti, va adottata una certa cautela che giustifica una modesta esposizione al posizionamento sulla curva e l’impiego dei budget di rischio in altre aree di investimento.
Ravvisiamo diverse opportunità per diversificare il nostro posizionamento sulla curva, compresa l’assunzione di esposizioni sulle curve dei rendimenti di Canada, Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia.
Credito
Alla luce delle nostre previsioni di prosecuzione della crescita economica e del grado di preparazione dei mercati alla svolta restrittiva delle banche centrali nel mondo, abbiamo in generale un posizionamento di sovrappeso nel credito, con alcuni caveat. Innanzitutto, puntiamo a un’esposizione al credito da fonti diversificate, con una quota minore di obbligazioni societarie fisiche visto il margine ristretto di ulteriore contrazione degli spread. Come sostituto e per rafforzare la liquidità, il carry, la convessità e il roll-down delle nostre esposizioni alle obbligazioni societarie propendiamo sempre più per gli indici, che crediamo possano offrire benefici di diversificazione e dimostrare caratteristiche difensive.
I nostri specialisti del credito continuano a individuare molteplici titoli meritevoli di esposizione, ma operiamo con prudenza alla luce delle sfide strutturali per la liquidità derivanti dall’inefficienza del modello principale - agente nel mercato delle obbligazioni societarie, quando gli spread del credito possono essere maggiori di quelli giustificati dai fondamentali.
Ci attendiamo tuttavia che la selezione di singoli nomi continui verosimilmente a essere un driver di rendimento per gli investimenti nei mercati del credito, compresi quelli con rating BBB, un segmento che preferiamo rispetto a quelli con rating A. Stiamo investendo in temi selezionati legati alla ripresa (hotel, aerospazio e turismo), ancorché in modo modesto, nonché in società finanziarie e in settori che crediamo siano destinati a beneficiare delle importanti trasformazioni che ravvisiamo.
Continuiamo a puntare su attivi per i quali i nostri specialisti del credito sono capaci di ottenere appetibili premi per l’illiquidità e la complessità. I nostri attivi prediletti a tal riguardo includono diversi prodotti strutturati e ABS compresi MBS non-agency americani. È un mercato che si sta restringendo ma resta ricco di strutture attraenti in termini di grado di privilegio, caratteristiche difensive rispetto alle obbligazioni societarie, nonché flussi finanziari. Siamo ottimisti sul mercato immobiliare americano.
Riguardo agli MBS agency, siamo orientati al sottopeso in quanto a nostro giudizio le valutazioni sono costose e sono possibili reazioni eccessive alla riduzione e al successivo termine degli acquisti mensili di titoli da parte della Fed che (prima del tapering) comprendevano 40 miliardi di Dollari di MBS agency. Dal punto di vista del portafoglio, la riduzione del quantitativo di MBS potrebbe migliorare il profilo di convessità dei portafogli che hanno questo tipo di titoli nel benchmark.
I nostri specialisti hanno individuato diverse opportunità per diversificare le esposizioni al credito nei diversi paesi e regioni e stiamo investendo in esse ove compatibili con i nostri mandati. Siamo in generale cauti sul credito nei mercati emergenti.
I mercati del credito pubblici sono relativamente di facile accesso per gli investitori e pertanto tendono a divenire costosi, non è così per i mercati privati del credito nei quali ravvisiamo opportunità selezionate per gli investitori idonei che possono sopportare il maggior rischio insito in investimenti illiquidi.
Titoli indicizzati all’inflazione
Consideriamo i titoli indicizzati all’inflazione sia come componente di diversificazione a copertura dei rischi d’inflazione che come una modalità per ottenere una modesta esposizione al beta del credito. Prevediamo di mantenere il posizionamento globale sui titoli indicizzati all’inflazione pressoché piatto, al netto di opportunità relative value selezionate individuate dai nostri specialisti. Il termine del programma di acquisti di titoli da parte della Fed quando avverrà implicherà il venir meno di un importante sostegno al mercato di TIPS americani.
VALUTE E MERCATI EMERGENTI
Ravvisiamo fattori contrapposti d’influenza sui cambi delle principali valute. Prevediamo pertanto di essere prossimi alla neutralità nel posizionamento sul Dollaro americano che potrebbe beneficiare della svolta restrittiva della Fed ma anche essere penalizzato da dinamiche di lungo termine relative ad aspetti quali il consistente disavanzo delle partite correnti degli Stati Uniti e la dipendenza dagli investimenti esteri nel finanziamento dei deficit. Prevediamo che la nostra posizione sul Dollaro sarà determinata più dall’insieme di posizioni in valute ritenute attraenti di per sé. Tra queste potrebbero certo figurare alcune divise dei mercati emergenti ad esempio, mentre ravvisiamo scarse opportunità nelle valute dei G-10.
Riguardo al debito in valuta locale ed estera dei mercati emergenti, siamo coscienti dei diversi rischi di investire in questa classe di attivo volatile, soprattutto a fronte di un inasprimento della politica monetaria negli Stati Uniti. Siamo tuttavia attratti da svariati fattori che conferiscono appetibilità ai mercati emergenti nel contesto di un portafoglio diversificato e alla luce della nostra preferenza per una minore esposizione alle obbligazioni societarie fisiche.
Per essere specifici, mentre la volatilità storica degli attivi dei mercati emergenti è motivo di cautela, la loro attuale attrattività è legata ai principi basilari dell’investire che possono rendere un attivo appetibile, tra cui un consistente calo dei prezzi e un sentiment estremamente ribassista, fattori che hanno entrambi inciso sugli attivi dei mercati emergenti lo scorso anno, soprattutto sui tassi locali, che ora presentano un significativo margine di rendimento reale superiore ai mercati sviluppati. Per noi quel margine ha valore se visto in ottica di diversificazione.
Riguardo alle valute dei mercati emergenti, ravvisiamo alcune opportunità che reputiamo espressioni relativamente liquide della classe di attivo dei mercati emergenti. Più in generale, restiamo consci della natura idiosincratica degli investimenti nei mercati emergenti e pertanto facciamo affidamento sui nostri specialisti per individuare valore.
Azioni
Come illustrato dal nostro team di asset allocation nel recente asset allocation outlook “Opportunità nell’epoca della trasformazione”, PIMCO è ottimista sull’azionario globale a fronte del quadro positivo ancorché in rallentamento per gli utili societari. Ciò detto, ci stiamo preparando per le dinamiche di fase avanzata del ciclo, ponendo ancora maggiore attenzione alla selezione dei titoli. Le società large cap e di alta qualità storicamente tendono a sovraperformare nella fase avanzata del ciclo economico. Anche le imprese con capacità di fissare i prezzi sono destinate a trarre benefici. Il settore dei semiconduttori ha potenziale di sovraperformance nel lungo termine, beneficiando della domanda robusta legata ai temi delle trasformazioni illustrate nel nostro Secular Outlook, tra cui la digitalizzazione, al pari di molti ambiti interessati dalle iniziative per azzerare le emissioni nette di anidride carbonica. Le tendenze dell’inflazioni sono previste influire negativamente sui multipli degli utili per i prezzi azionari, con un calo di qualche punto percentuale probabile nello scenario di base.
Commodity
Le prospettive per i mercati delle materie prime sono sfumate. Siamo relativamente ottimisti sui prezzi dell’energia, tuttavia ci aspettiamo che gli incrementi di prezzo del greggio siano limitati dall’aumento della produzione energetica americana ancorché più lentamente che nei cicli passati per gli investimenti più contenuti. I prezzi del gas naturale sono sostenuti da esportazioni robuste anche se l’aumentata produzione statunitense ci induce a maggiore cautela sulle prospettive per il 2022. Il prezzo dell’oro ha sottoperformato in modo significativo rispetto ai rendimenti reali nei nostri modelli, portandosi prossimo ai minimi da 15 anni, sebbene in ottica di breve termine l’oro risulti solo modestamente conveniente. Siamo attratti dal mercato delle quote di emissione che ci aspettiamo sarà fortemente sostenuto dalla transizione dai combustibili fossili al green. Questa spinta favorevole unitamente ai prezzi vantaggiosi sono i motivi per cui collochiamo il mercato californiano delle quote di emissioni tra le nostre idee di punta nel mercato delle materie prime.
Tutti gli attivi
Sottolineiamo che per tutte le classi di attivo discusse in questo documento, dalle materie prime alle obbligazioni, ci aspettiamo che i mercati siano più volatili del solito e che questo richieda frequenti riesami delle esposizioni dei portafogli ai diversi fattori. Nell’adottare la nostra ottica di lungo periodo, riconosciamo al contempo la necessità di costante valutazione delle particolari contingenze di breve termine.