Qual è la differenza tra investimento attivo e passivo in ambito obbligazionario?

Gli investitori obbligazionari possono scegliere fra molteplici strategie d'investimento, in funzione del ruolo che le obbligazioni svolgono all'interno dei loro portafogli. In primo luogo, devono scegliere se prediligere un approccio d'investimento attivo o passivo, dopodiché possono scegliere la strategia sottostante più appropriata.

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Gli investitori obbligazionari possono scegliere fra molteplici strategie d'investimento, in funzione del ruolo che le obbligazioni svolgono all'interno dei loro portafogli. In primo luogo, devono decidere se prediligere un approccio d'investimento attivo o passivo, dopodiché possono scegliere la strategia sottostante più appropriata.

Definizione di investimento attivo e passivo

Le strategie d'investimento passive consistono nell'acquistare e detenere obbligazioni fino alla scadenza o nell'investire in fondi obbligazionari che replicano indici obbligazionari. Gli approcci passivi possono essere indicati per gli investitori interessati ad alcuni dei vantaggi tradizionalmente offerti dalle obbligazioni, quali la protezione del capitale, il reddito e la diversificazione, ma che non intendono cercare di beneficiare del contesto di mercato, dei tassi d'interesse o del credito.

Le strategie d'investimento attive, invece, puntano a sovraperformare gli indici obbligazionari, spesso mediante la compravendita di obbligazioni, al fine di sfruttare le oscillazioni dei prezzi. Per sovraperformare gli indici nel lungo periodo, l'investimento attivo richiede la capacità di formulare giudizi in merito all'andamento dell'economia, dei tassi d'interesse e del mercato del credito, di negoziare in modo efficace e di gestire il rischio.

Quali strategie passive può utilizzare un investitore?

Gli investitori possono ricorrere a due principali strategie passive: un approccio buy-and-hold e uno che prevede l'indicizzazione.

Strategia buy-and-hold
Gli investitori che ricercano la protezione del capitale, il reddito e/o la diversificazione possono semplicemente acquistare obbligazioni e detenerle sino alla scadenza. Uno dei principali risvolti negativi di questa strategia è il rischio di reinvestimento, vale a dire il rischio che l'investitore possa essere obbligato ad acquistare un'obbligazione con un rendimento più basso quando arriva il momento di reinvestire. Per ulteriori informazioni sul rischio di reinvestimento, si rimanda al Modulo 3: Capitolo 4 – Quali sono i rischi di un investimento in obbligazioni?

Strategia di indicizzazione
Un'altra opzione è quella di utilizzare una strategia d'investimento passiva che si prefigge di replicare la performance di un indice obbligazionario. Al pari di quelli azionari, gli indici obbligazionari sono trasparenti (i titoli che li compongono sono noti) e la performance è aggiornata e pubblicata giornalmente.

Molti exchange-traded fund (ETF) e alcuni fondi obbligazionari investono negli stessi titoli che compongono gli indici obbligazionari o in titoli analoghi e pertanto replicano fedelmente le performance di tali indici. Nell'ambito di queste strategie obbligazionarie passive i gestori modificano la composizione dei portafogli in caso di variazione degli indici corrispondenti, ma di norma non assumono decisioni indipendenti in materia di acquisto o vendita.

Si discute ormai da molti anni se ai fini della generazione di rendimenti sia più efficace adottare una gestione attiva o passiva degli investimenti.Visualizza l'analisi di un caso

Quali strategie attive può utilizzare un investitore?

Gli investitori che intendono sovraperformare gli indici obbligazionari si avvalgono di strategie a gestione attiva. I gestori attivi possono cercare di massimizzare il reddito e/o le plusvalenze delle obbligazioni. Molti fondi comuni obbligazionari e un certo numero di ETF sono gestiti attivamente.

Uno degli approcci attivi più frequentemente utilizzati è l'investimento finalizzato al rendimento totale (total return), che si avvale di un'ampia gamma di strategie volte a massimizzare l'apprezzamento del capitale. I gestori obbligazionari attivi che mirano a realizzare plusvalenze cercano di acquistare obbligazioni sottovalutate, le detengono prevedendo che aumenteranno di valore e le vendono prima della scadenza per realizzare profitti, idealmente acquistando ai minimi e vendendo ai massimi.

I gestori attivi di norma utilizzano diverse tecniche per individuare le obbligazioni i cui prezzi potrebbero aumentare. Tra queste:

  • Analisi creditizia: analisi creditizia di tipo "bottom-up" volta a individuare le obbligazioni il cui prezzo possa aumentare a seguito del miglioramento del merito di credito dell'emittente obbligazionario.
  • Analisi macroeconomica: analisi "top-down" volta a individuare obbligazioni il cui prezzo possa aumentare in virtù delle condizioni economiche, di un contesto di tassi d'interesse favorevole o delle dinamiche di crescita globali.
  • Rotazione settoriale: investire in determinati settori che storicamente hanno registrato incrementi dei prezzi in determinate fasi del ciclo economico, evitando quelli che nelle stesse fasi hanno sottoperformato.
  • Analisi del mercato: acquistare e vendere obbligazioni per sfruttare le variazioni nella dinamica della domanda e dell'offerta che causano oscillazioni dei prezzi.
  • Gestione della duration: adeguare la duration di un portafoglio obbligazionario per gestire il rischio di tasso d'interesse. Ad esempio, abbreviando la duration è possibile mitigare gli effetti di un rialzo dei tassi.
  • Posizionamento sulla curva dei rendimenti: modificare la struttura per scadenze di un portafoglio obbligazionario in funzione delle variazioni previste nella relazione tra obbligazioni con scadenze diverse.
  • Roll down: quando i tassi d'interesse a breve termine sono più bassi di quelli a lungo termine, via via che si avvicina alla scadenza, il prezzo di un'obbligazione aumenta e il suo rendimento diminuisce (si parla in questo caso di roll down sulla curva dei rendimenti). Un gestore obbligazionario può tenere un'obbligazione in portafoglio per un certo tempo mentre il prezzo di quest'ultima aumenta e venderla prima della scadenza per realizzare la plusvalenza.
  • Strumenti derivati: I gestori obbligazionari possono utilizzare futures, opzioni e strumenti derivati per esprimere un'ampia gamma di giudizi, dalla qualità creditizia di un determinato emittente all'andamento dei tassi d'interesse.
  • Gestione del rischio: Un gestore obbligazionario attivo può inoltre intervenire per massimizzare il reddito senza incrementare il rischio in misura significativa, magari investendo in obbligazioni con scadenze più lunghe o con rating leggermente più bassi, che offrono cedole più elevate.

Strategie attive e passive a confronto

Negli ultimi anni, si è discusso molto in merito alle strategie di investimento attive e passive nell'ottica di ponderare il valore di una gestione professionale degli investimenti. Anche se gran parte dell'attenzione si è concentrata sul mercato azionario, il confronto tra approcci attivi e passivi è un aspetto importante anche nell'ambito obbligazionario.

Uno dei punti principali di disaccordo riguarda l'efficienza del mercato obbligazionario, forse troppo elevata per consentire ai gestori attivi di sovraperformare regolarmente il mercato.

Un gestore obbligazionario attivo come PIMCO confuterebbe questa argomentazione sottolineando come sia le dimensioni che la flessibilità permettano ai gestori attivi di trarre vantaggio dai trend di breve e lungo periodo per sovraperformare il mercato.

Inoltre, i gestori attivi possono intervenire sul rischio di tasso d'interesse, sul rischio di credito e su altri rischi potenziali di un portafoglio obbligazionario al fine di generare rendimenti sugli investimenti.

Gli investimenti a gestione attiva tendono a richiedere commissioni più elevate degli investimenti a gestione passiva ed esiste la possibilità che la performance risulti inferiore a quella del mercato. Ciononostante, alcuni studi sulla performance di lungo termine hanno evidenziato che gli ETF e i fondi comuni obbligazionari attivi, a differenza delle controparti azionarie, hanno ampiamente sovraperformato i loro omologhi a gestione passiva al netto delle commissioni.

Il grafico sottostante mostra la performance del gestore attivo medio e del gestore passivo medio negli Stati Uniti durante i 10 anni chiusi al 31 dicembre 2017 nella categoria obbligazionaria e azionaria più ampia seguita da Morningstar. Come si può vedere, il gestore obbligazionario attivo medio ha sovraperformato le controparti passive e il benchmark. Non è così nel caso delle azioni, dove il gestore azionario attivo medio ha sottoperformato il benchmark e il gestore passivo medio.

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Come si possono mettere a confronto obbligazioni e fondi obbligazionari?

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