Blog La nomina di Lagarde alla BCE e di von der Leyen alla Commissione manda tre segnali ai mercati Riteniamo che queste nomine aiuteranno l'Europa a rispondere in modo costruttivo a eventuali crisi, con una maggiore sincronia tra politica fiscale e politica monetaria.
La decisione del Consiglio europeo di proporre Christine Lagarde e Ursula von der Leyen per le cariche, rispettivamente, di presidente della Banca Centrale Europea (BCE) e presidente della Commissione europea invia tre segnali sottili ma importanti ai mercati finanziari. 1) Continuità. Altri candidati, soprattutto al ruolo di guida della BCE, avrebbero potuto cambiare la direzione delle politiche. Lagarde, invece, ha personalmente incoraggiato l'istituto centrale europeo a mantenere la sua linea accomodante a fronte dell'inflazione contenuta, e da direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sostenuto un target d'inflazione simmetrico più semplice. La sua nomina si pone quindi in continuità con l'orientamento di politica monetaria seguito finora da Mario Draghi. 2) La politica fiscale è la nuova politica monetaria. L'esperienza di Lagarde come ministro delle finanze francese e direttore dell'FMI apporta una quanto mai opportuna prospettiva fiscale alla politica monetaria. Alla prossima recessione, infatti, la BCE dovrà fare i conti con un arsenale di munizioni ormai quasi esaurito, visti i tassi ufficiali già bassi, nonché con l'efficacia di tali strumenti. Il profilo demografico dell'Europa assomiglia sempre più a quello del Giappone, dove la priorità della politica monetaria è evitare la deflazione piuttosto che schiacciare l'inflazione; molto probabilmente, quindi, l'apporto della prospettiva fiscale indurrà la BCE a continuare a sostenere le emissioni di obbligazioni sovrane degli Stati membri tramite gli acquisti di titoli. 3) Un passo in avanti verso il completamento dell'architettura istituzionale ancora incompiuta dell'Eurozona. L'Eurozona è un'unione monetaria unica nel suo genere in quanto priva di una politica fiscale centrale e di una camera democraticamente eletta responsabile della spesa e delle entrate fiscali comuni. Ciò complica e sovraccarica il compito della BCE: la politica monetaria europea è centralizzata nelle mani dell'istituto di Francoforte, ma le politiche fiscali restano frammentate a livello dei singoli Stati membri. A gennaio di quest'anno l'Euro ha festeggiato i suoi primi vent'anni, ma la storia ci insegna che nessuna grande unione monetaria è mai sopravvissuta senza evolvere in una struttura federale. La recente decisione del Consiglio di creare un piccolo bilancio dedicato all'Eurozona finanziato a livello centrale sembra riconoscere tale debolezza e pone le basi per una maggiore integrazione. I cambiamenti geopolitici in atto nel mondo suggeriscono inoltre che l'Europa potrebbe (anzi, secondo alcuni suoi importanti leader, "dovrebbe") unificare le forze armate dei suoi paesi membri, un obiettivo che appare fattibile con la nuova Commissione, viste anche le credenziali federaliste di von der Leyen. Qualora in Europa si dovesse prospettare un altro momento di forte crisi come quello che il presidente Draghi fronteggiò in maniera risoluta nel 2012 pronunciando la celebre frase "whatever it takes", riteniamo che l'Unione reagirà in modo costruttivo, con una maggiore sincronia tra politica fiscale e politica monetaria. In attesa della ratifica del Parlamento europeo, i mercati dovrebbero essere rassicurati dalla prospettiva del tandem Lagarde - von der Leyen al timone di due delle più importanti istituzioni europee. Interessato a saperne di più sul contesto di tassi negativi in Europa? Leggi "As Negative‑Yielding Bonds Set New Records, Flexible Investing May Offer Benefits" di Marc P. Seidner e Andrei Wagner La BCE dovrebbe avere lo stesso target d'inflazione della Federal Reserve USA? Non perderti "Off‑Target: Central Banks and the Mystique of 2%" di Scott Mather
Blog Principali conclusioni delle Prospettive Cicliche: Anti‑Goldilocks Le prospettive sono offuscate da notevole incertezza in un frangente in cui l’economia globale è alle prese con uno shock che è negativo per la crescita e che probabilmente alimenterà ulteriore inflazione. I rischi di recessione sono aumentati.
Prospettive cicliche Anti‑Goldilocks La gestione attiva unitamente alla consapevolezza del rischio può aiutare gli investitori a fronteggiare uno scenario economico globale in cui l’inflazione si surriscaldi e la crescita si raffreddi.
Blog Braccio di ferro: l’inflazione prevale sull’incertezza e la Fed avvia il ciclo di rialzi dei tassi Alla riunione di marzo la Federal Reserve americana ha alzato il tasso ufficiale e segnalato ulteriori rialzi futuri a fronte dei rischi derivanti dall'inflazione alta